28 Aprile 2024
No menu items!

25 novembre

Nel 1999 le Nazioni Unite, dietro richiesta delle attiviste latinoamericane, istituirono la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.  Venne scelta la data del 25 novembre per ricordare  le tre sorelle Mirabal (Minerva, Maria Teresa, Patria)  torturate, stuprate e uccise dalla feroce dittatura di Rafael Leonidas Trujillo, il 25 novembre 1960. 
In occasione di questa importante giornata, vorrei proporre ai lettori di Equilibri la poesia “ Cosa indossavo” di Mary Simmerling, nella quale l’autrice descrive l’esperienza di stupro  vissuta nel 1987.
Nel 2014 questa poesia ispirò, nell’Università dell’Arkansas, il progetto “ Com’eri vestita?”, una mostra dove vennero riprodotti ed esposti gli abiti indossati dalle vittime di stupro  (jeans, magliette, pigiami, minigonne, costumini da bambini, camici ospedalieri, tute da jogging). 
Le immagini della mostra fecero il giro del mondo.

COSA INDOSSAVO 
Quello che indossavo
era questo:
dall’alto una maglietta bianca
di cotone a maniche corte
con lo scollo rotondo
er a infilata in una gonna di jeans
(sempre in cotone)
che arrivava appena sopra il ginocchio
con una cintura.
Sotto tutto ciò c’era
un reggiseno di cotone  bianco
e mutande bianche
(probabilmente non coordinate)
ai piedi scarpe da tennis bianche
quelle con cui si gioca a tennis
e infine
orecchini d’argento e lucidalabbra.
Questo è ciò che indossavo
quel giorno
quella notte
quel  4 luglio del 1987.
Ti chiederai
perché questo è importante
o come possa ricordare
ogni elemento
in modo così dettagliato.
Vedi
questa domanda mi é stata fatta
molte volte
molte volte
mi sono tornati alla mente
questa domanda
questa risposta
questi dettagli
ma la mia risposta
molto attesa
molto attesa
sembra in qualche modo piatta
dato il resto dei dettagli
di quella notte
durante la quale
a un certo punto
sono stata violentata.
E mi chiedo
quale risposta
quali dettagli
dovrebbero dare conforto
potrebbero dare conforto
a te
che me lo chiedi
cercando conforto dove non c’è
ahimè
nessun conforto 
che possa essere trovato.
Se solo fosse così semplice
se solo potessimo
porre fine agli stupri
semplicemente cambiando i vestiti.
Ricordo anche
cosa indossava lui
quella notte
anche se
in verità
questo nessuno
lo ha mai chiesto.


Articolo precedenteAldo Pili “Attraverso il molo” – 24 novembre
Articolo successivo
Articoli correlati

1 commento

  1. Com’eri vestita? Quella notte, quella sera, quella mattina all’alba quando tornavi a casa felice. Chi ha voluto con violenza entrare nel mio vestire? Chi ha il diritto di chiederlo? Chi ha il diritto di entrare nei dettagli? Com’era vestita, lei?… Chiede spesso il giudice alle vittime di stupro, e a che ora è rientrata a casa? Una giudice non lo farebbe mai, e non lo farebbe neanche ad un maschio. E già porre la domanda è violenza, come se bastasse, il cambiare il vestito, a dare conforto…
    Struggente poesia, grazie Marina

Rispondi

Please enter your comment!
Scrivi il tuo nome e cognome

TAG

I più letti