19 Marzo 2024
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La giornata della Memoria

La giornata della Memoria

Struggente, fino alla commozione, la voce del soprano Jessica Loaiza, accompagnata dal pianoforte di Francesco Saba.
Così la musica e il canto con la loro luce, con i silenzi anche, ci conducono dentro i campi spinati dello sterminio.
Jessica Pulina, sobria ed essenziale, recita brani scelti tra la letteratura della Memoria.
Con la straziante malinconia del canto, e della musica – la più inafferrabile delle arti (dunque per sua stessa natura libera) – il “Duo Mundi” ha così rinnovato la Memoria della Shoah.
Complimenti, bravi. Applausi – virtuali, da “remoto” come si dice oggi con la pandemia in corso.

Ora vorrei riproporre, come ho già fatto in altre giornate della “Memoria”, alcune considerazioni sulla SHOAH – spunti, interrogativi, limitati nella loro frammentarietà.
Da approfondire, da confrontare.
Innanzitutto le parole.
SHOAH – termine ebraico: “tempesta devastante” (dalla Bibbia); “Desolazione”. Usato per indicare lo sterminio del popolo ebraico nella seconda guerra mondiale. Vocabolo preferito a “Olocausto” in quanto non richiama l’idea di un sacrificio (a una divinità) inevitabile.
OLOCAUSTO – dal greco “olos” (tutto) e “Kaustos” (bruciato). Sacrificio durante il quale l’animale veniva bruciato sull’altare; Offerta totale (anche di sé stessi) alla divinità.

La Shoah – Dove
Nella ‘civilissima’ Europa, ricca di storia e di cultura.
Come mai ci chiediamo è accaduto proprio qui? E non è stata una mera parentesi, né il frutto d’una inspiegabile follia.
L’Europa culla del peggior nazionalismo, centro dell’oppressione coloniale e delle radici del fascismo.
Dopo il secondo conflitto mondiale ancora sono ben saldi i regimi fascisti di Spagna e di Portogallo, i cui governi sono più che tollerati in Europa e alleati degli Stati Uniti.
A cavallo tra gli anni 60 e 70 il colpo di stato fascista dei colonnelli in Grecia…

La Shoah – Cosa
Enormità, specificità, unicità di questa catastrofe: non c’è paragone con qualsiasi altro crimine contro l’umanità.
a) Per l’entità immane (i numeri); b) per le motivazioni: il solo fatto d’essere ebrei bastava per essere uccisi, per entrare nei programmi di sterminio; c) Per l’intensità atroce e la razionalità industriale con la quale lo sterminio è stato portato avanti dalla Germania nazista.
Una elite culturale e scientifica ha prima appoggiato il nazismo e poi organizzato e realizzato lo sterminio:
filosofi, antropologi, giuristi, sociologi, economisti, architetti, impegnati in questo compito, o comunque plaudenti.
Nei confronti degli ebrei ci fu un accanimento speciale, una determinazione inesorabile. L’obiettivo era innanzitutto lo sterminio degli ebrei. I numeri della loro tragedia non hanno paragoni.
Ma altrettanto feroce fu la catastrofe (rimasta in ombra o rimossa) del popolo zingaro: Rom e Sinti soprattutto.

La Shoah – Perché
La risposta ci sfugge, si complica di fronte ad un male così estremo.
Qui di seguito solo alcuni cenni.
– Il peso che hanno avuto nella storia le radici cristiane dell’Europa e le persecuzioni degli ebrei che risalgono indietro nei secoli.
– Il nazionalismo che si coniuga con il razzismo (in Francia l’affare Dreifus).
– L’Europa colonizzatrice, le stragi delle conquiste coloniali, il commercio degli schiavi africani.
Diviene intollerabile un popolo senza terra, così diverso, che, disperso per il mondo, è perciò percepito come elemento antistato da controllare, isolare, cacciare, sacrificare come capro espiatorio.
– L’identità teutonica che vede un suolo sacro (la Germania), un sangue puro, un popolo superiore per destino…
Utili alla comprensione mi sembrano anche le considerazioni di Daniela Padoan e di Luca Cavalli Sforza.
Daniela Padoan:”Nella modernità, il processo di disumanizzazione dell’altro -che ha alimentato l’ideologia del razzismo e il suo volgersi in pratiche di sterminio- si è compiuto attraverso la creazione politico scientifica di categorie di quasi-bestie, o di sotto uomini” […] “La chiavitù non nacque dal razzismo: il contrario, il razzismo fu conseguenza della schiavitù […] “Se davvero vogliamo guardare alle origini culturali dello sterminio, credo non si possa prescindere dalla naturalizzazione della figura dello schiavo che alligna nelle fondamenta della nostra cultura come copertura ideologica della possibilità di sfruttamento”
Così cadono tutte le considerazioni che tendono a vedere la Shoah come follia o barbarie estranee all’occidente, alla nostra civiltà.
Luca Cavalli Sforza:”Anch’io credo che non fu la schiavitù a nascere dal razzismo, ma avvenne esattamente il contrario: la necessità di mantenere l’impianto schiavistico poneva delle questioni morali, così che fu necessario convincersi che fosse giusto, morale, richiesto da un dio o dalla ragione”.

Povertà e ingiustizie crescenti; l’accumularsi di ingenti ricchezze e di potere in poche mani (fenomeno mondializzato); l’accrescersi del divario tra i ricchi (sempre più una elite) e i poveri (moltitudini che soffrono), possono essere ancora, in questo tempo, l’humus per un rinnovato razzismo.
E forme di lavoro schiavile, che si serve anche dei bambini, ancora hanno corso tutt’ora nel nostro bel mondo globalizzato…

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1 commento

  1. Le considerazioni di Gabriele offrono molti spunti di riflessione così come quelle dei due autori citati.
    La nostra civiltà contiene in sé le premesse del genocidio di massa? La costruzione della razza e del diritto del più forte vanno cercati molto indietro nei secoli, forse bisognerebbe risalire addirittura all’homo sapiens, al momento in cui questi é uscito dall’Africa e ha cominciato a colonizzare l’intero pianeta.
    Il nazismo ha costruito la gerarchia degli uomini, una fabbrica di morte con un orrore pianificato: da una parte le persone “degne”, il popolo superiore, e dall’altra gli esseri inferiori da eliminare.
    Daniela Padoan il 27 gennaio scorso, nel Giorno della Memoria, ha riportato in suo articolo una frase che Antonio Gramsci scrisse nel 1917 durante la Prima Guerra Mondiale, frase che, dopo cento anni, é ancora molto attuale:” Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva e la massa ignora, perché non se ne occupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti”.

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