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27 Luglio 2024
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Distillato n°57

Di certi luoghi attorno al paese, dove un tempo era la campagna (i campi lavorati, gli orti freschi con i melograni, i pomodori nei riquadri di terra irrigata, i pomodori più saporiti del Campidano; e ora una desolazione che chiamiamo periferia…), c’è chi dice -gli angeli hanno abbandonato quei posti, gli angeli sono fuggiti per sempre. La presenza, poi l’assenza degli angeli, può darsi (non se ne vuol fare una questione religiosa o di fede): comunque una buona metafora dello scempio.
Quel tempo ricordato tuttavia non era affatto un’età dell’oro, né il paese e la sua campagna un Eden sereno: aveva i suoi guai, le sue non poche miserie.
Ora persistono sterpaglie d’una terra rinsecchita, dove s’impigliano cartacce e plastiche sparse; dove incontri montagnole di rifiuti, immondezzai d’una incivile e sciagurata scostumatezza; carcasse dei più vari elettrodomestici, cocci di bidet e di lavandini, scopetti per cessi, sifoni malandati…
Così che solo nel cielo terso, vagato da qualche nuvola bianca, forse si possono ancora avvertire quei fantasmi benevoli dell’infanzia, quelli che fanno incantata l’aria sui tetti e attorno a certi alberi.
Allora guardare le colline, di là azzurre per la lontananza, dà uno stupefacente, seppur breve, stato di quiete.

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