28 Aprile 2024
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In ricordo di Antonio Cara, il Mister

Elmas, anni ’70: prima della partita 

Nello spogliatoio l’odore dolciastro dell’olio canforato si mischia a quello della sifcamina.Manca un’ora e mezza all’inizio della partita. Nel via vai dei dirigenti il vociare dei più allegri sovrasta il silenzio dei più riflessivi: ognuno a suo modo manifesta la propria tensione. Seduti sulla panca alcuni incrociano gli sguardi, altri, a testa bassa, puntano il pavimento, oppure smanettano con le borse alla ricerca di calze, slip e scarpette.

– Come vanno gli esami? E il lavoro? E a pivelle come sei?

– Lassa perdi…non tocchiamo quel tasto…Lo smargiasso di turno millantatore — Io vado alla grande, pivelle a nastro…

Il massaggiatore, specializzatosi in chissà quale università, noto Ghezzi, è uno di cui non si può fare a meno, per simpatia e per professionalità.

– Avanti un artro, chiama per il massaggio sul lettino

E’ alto quanto la sua borsa piena di unguenti, cerotti, fasce elastiche, bombolette di ghiaccio spray, ma la sua altezza pare sia compensata da ben altro…

– Attenti che quello non si accontenta del polpaccio, e quando arriva alla coscia le sue mani pelose scivolano verso l’alto…

– Io per il massaggio preferisco il fai da me, perché Ghezzi mi fa il solletico e mi tira i peli…

– Dì la verità che hai paura possa sistemarti i muscoli alla rovescia…

– Oh genti! Poitta no si sciacuais is peis prima de benni innoi?

– Ma la chi ses stontonau…hai di nuovo dimenticato la carta di identità? Curri sceti, la ke devo consegnare l’elenco all’albitro! Mormora il dirigente che deve consegnare l’elenco..

Ognuno ha le sue fisime. Il capitano deve avere le scarpette sempre pulite e ingrassate, il nodo dei legacci sempre all’esterno della scarpa, mai sul collo; un altro le tiene sporche per scaramanzia, c’è chi per mandronia mascherata da senso pratico afferma – ma a ita serbiri? tra poco, appena scendiamo in campo, sono di nuovo sporche! Il più fantasioso bagna le scarpette per renderle più morbide…l’esteta vorrebbe giocare col maglione a giro collo sotto la maglietta

– Ma la ca no ses una giraffa o unu cignu!

C’è chi va continuamente in bagno, chi si bagna i capelli, chi si lava la faccia, chi si guarda allo specchio, chi si toglie i calzoncini più volte prima di trovare la sua misura…

– Ma la ke la barba è meglio non farsela prima della partita, il sudore irrita la pelle! Non ti ricordi di Sansone?

– Io gioco meglio a faccia d’angelo!

– Ma la ke Sansone perdeva la forza se gli tagliavano i capelli, ita c’intrat la barba? Buzzurro!

– Passami il nastro per i calzettoni

– A me non serve, io li porto alla Sivori

– No ti manca nudda! Tirati su i calzettoni, a sa biri che l’albitro ti fa storie!

-Arbitro, arbitro si dice…

– Togliti quella catenina, è pericolosa!

– Non posso, oggi è venuta a vedermi la mia pivella, me l’ha regalata lei e non posso levarmela

– Io questo braccialetto al polso posso tenerlo? Tanto lo tengo sotto la maglietta…

– Passami quella zolletta di zucchero

– Deu non di ollu de zucchuru, e ita seu cuaddu?

– E allora prenditi un po’ di tè bollente, che ti fa bene!

Poi…finiti i preliminari e prima della consegna delle magliette, fuori: in campo per il riscaldamento.

Il giovane Mister Antonio Cara e la squadra dei N.A.C.G (Nucleo Addestrtamento Giovani Calciator) di Elmas

Che meraviglia! Una pioggerella leggera, il caratteristico odore di terra bagnata, il campo sarà meno duro e polveroso, la sensazione di libertà del correre e l’adrenalina della gara, in lontananza si vede lo stagno, dietro la porta a ovest una fila di eucaliptus si prepara ad assistere alla partita… il pubblico è in piedi oltre la recinzione ai lati del campo, non ci sono tribune e ci si scambia i saluti con parenti, amici e tifosi…“mi raccomando”, “la de no si sbiccai!” “Cument’est sa gamba oi? Moddi?” …”Ajò che li cantiamo l’alleluja”…

Primo contatto col pallone, riscaldamento,corsette, scatti brevi e lunghi…

Entre in scena il Mister: consigli e indicazioni, qualche rimbrotto “Stontonau, non calciare forte che i muscoli sono ancora freddi! Scaldatevi bene che c’è freddo! Tui ses conca macca, non farti buttar fuori subito…”. Il Mister è speciale…zampetta per via di un vecchio incidente, fuma nervoso, ma tutti lo seguono, lo ascoltano e lo chiamano “signor Tonio”…

Al primo fischio dell’arbitro per la consegna degli elenchi, si torna nello spogliatoio per le ultime raccomandazioni. Il Mister pretende il silenzio:

– Occhio ai primi minuti! Fate viaggiare il pallone, a tui ti praxiri su palloni prus de una pivella, la de no fai sa dogana…

-Mister e le marcature?

– A didu in cu! Curiosa metafora ad indicare il marcamento a uomo, quella per cui a quei tempi, quando le coppie gay non erano conosciute, per novanta minuti ci si sposava letteralmente con un avversario, e a volte capitava di divorziare più volte nell’arco della partita, quando le cose non funzionavano:

– Tu cambia marcatura poitta cussu è boccendidì

Il mister è un padre burbero, alla Nereo Rocco, dà scappellotti a tutti, consegna le magliette a chi deve scendere in campo, consola quelli che staranno in panchina, tranquillizza tutti con le sue battute in una lingua ibrida fatta di gergo calcistico, sardo e italiano, cura gli ultimi dettagli:

– Tenete la palla a terra, non fate i peddizzoni con le palle alte, i calci d’angolo li batti tu, le punizioni dal limite li batti tu se sono alla destra del portiere, vai meglio tu se invece sono alla sua sinistra, il rigore sapete già chi lo deve battere…appena l’arbitro fischia una punizione ai limiti della nostra area di rigore, subito uno sulla palla, lasciate che siano loro a chiedere la distanza, e aspettate il suo fischio…tu vai sul primo palo nei calci d’angolo…tui ses a pei de prummu, dai la palla a chi ne sa più di te, ogni volta che un difensore si spinge in avanti un altro lo deve coprire… oh Chicco guarda che le foche sono al Polo Nord, lassa perdi quei giochetti ca non serbinti a nudda…tu occhio alle uscite…  la de no acciappai farfallas…

Entra l’arbitro per l’appello, qualcuno è ancora in bagno mentre chiama il suo numero, ha un aspetto severo e tiene le distanze, sa che la partita è importante…nessuna confidenza

– Signori, in bocca la lupo! Mentre stringe la mano del capitano

–La ritengo responsabile del comportamento dei suoi compagni, solo lei può avvicinarsi a chiedere chiarimenti…

Quando esce dallo spogliatoio il solito buontempone, a sciogliere il nervosismo

– Ma ita bolit cussu babballoti nieddu?

Triplice fischio. La partita sta per cominciare. Si entra in campo e ci si ferma sulla linea del centrocampo per salutare il pubblico…l’arbitro lancia in aria la monetina per scegliere da quale parte schierarsi…Il Mister siede in panchina e tranquillo incoraggia la squadra: “Labai ca seis troppu fortis…”

Tonino Sitzia

22 giugno 2023

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