19 Aprile 2024
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Voci

È inverno e ancora echi

di giochi infantili,  

stridio di gabbiani

a lambire le onde

su questa solitaria spiaggia

modellata da eterno logorio,

su cui come uno strascico principesco

si adagiano ciottoli e conchiglie

che il mare deposita

levigate ed esauste,

variegate di bizzarre forme.

Se ne raccolgono alcune

a sentire il suono

del vento e delle tempeste,

le voci delle profondità pelagiche,

voci di naufraghi e viaggiatori,

racconti che vengono

da lontano, là oltre l’azzurro,

dolenti voci di migranti

e richiami di sirene. 

Sono lievi le orme dei gabbiani

e le nostre invece calpestio.

Poi basta una notte,                                                        

il moto del mare,

risacca e marea,

spazzano via le orme,

come un soffio la nostra vita,

come i nostri sogni

che vanno e vengono.

Più in là della rena

tra gli elimi fluttuanti al vento,

le salicornie carnose,

e i sacri gigli,

un brivido…povere scarpe

depositate dai marosi.

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