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FOTOGRAFICA ELMAS

Il 7 luglio scorso è stato presentato a Elmas, presso il Teatro comunale, il Progetto “Fotografica Elmas”, curato dal locale Circolo Acli, con la consulenza scientifica dell’Associazione Khorakhanè, dell’Università di Cagliari, nella persona del prof. Giampaolo Salice, con il patrocinio del Comune di Elmas e della Fondazione Siotto.

Il Prof. Salice ha illustrato le coordinate generali del progetto, che è già in essere a Nuraminis e Villagreca, sotto il profilo scientifico e documentale, mentre per le Acli Paolo Tambaro e Pinuccio Collu ne hanno spiegato l’idea, le finalità, e i possibili sviluppi. Le Acli, tre anni prima della pandemia, hanno acquisito gran parte del ricco materiale fotografico accumulato nel corso degli anni da Armando Ruggeri, storico fotografo di Elmas, che in alcune occasioni lo aveva reso pubblico in apposite mostre.

Una parte della collezione, circa 150 foto donate appositamente da Ruggeri, avevano costituito il materiale iconografico del libro “Elmas, storia fotografica di una comunità”, pubblicato nel 2017 da un gruppo di lavoro che faceva capo  all’Associazione Equilibri, Circolo dei lettori di Elmas, alla Proloco, e con il patrocinio del Comune. Il libro intercalava le foto storiche con racconti, disegni, poesie, schede storiche. Ad Elmas inoltre è operante un gruppo Facebook, che si chiama “Sei di Elmas”, che pubblica foto e ricordi del paese.

Copertina del libro presentato a Elmas il 24 novembre 2017

Sembra dunque esserci l’esigenza di utilizzare foto private, legate a singoli o ad avvenimenti comunitari (processioni, battesimi, matrimoni, manifestazioni civili e politiche), come strumenti pubblici per riconoscersi in un luogo e in una comunità. Il progetto “Fotografica Elmas”, come perfettamente spiegato dal prof. Salice, si muove nel solco del filone della ricerca storica chiamata “Public History”: la documentazione fotografica, catalogata, digitalizzata, messa in rete in un processo partecipativo di riconoscimento collettivo, diventa fatto sociale, alimenta la crescita civile, consente lo scambio intergenerazionale. È ciò che è stato fatto con “Fotografica Elmas” a cui si sono dedicate alcune ragazze impegnate come volontarie nel Servizio Civile.  

Le comunità locali non più oggetto di storia, ma soggetti di storia e dunque il privato si fa pubblico e il locale può farsi universale. È un campo relativamente nuovo in cui si cimentano storici di professione, ma che si muove anche in ambiti non prettamente accademici. In ogni caso si allarga la platea di chi si occupa della storia come fatto “serio”, che richiede metodologia, collocazione in contesti di tempo e spazio, responsabilità nella valutazione e uso dei documenti, modalità di fruizione condivisa, anche con l’uso dei moderni strumenti informatici, che da un lato avvicinano i giovani allo studio della storia, e dall’altro allargano il campo della ricerca storica anche in ambito universitario. Il Prof. Salice ad esempio insegna Storia Moderna all’Università di Cagliari, ma tiene un corso che si chiama “Storia digitale e pubblica della Sardegna moderna”, tra i cui obiettivi si legge “Lo studente acquisisce inoltre strumenti e metodi per analizzare criticamente le modalità attraverso le quali la storia moderna della Sardegna oggi viene scritta, raccontata, vissuta e condivisa nei social network (facebook, instagram etc) e nelle principali piattaforme informative (ad. es. Wikipedia)”.

Se i giovani, e i meno giovani, si approcciano allo studio della storia, quella generale ma anche quella locale, con una pluralità di strumenti e approcci, non solo si evitano le cadute nel “come eravamo”, nelle visioni nostalgiche del passato, negli amarcord provinciali, ma il passato si fa presente, materia viva, e dunque si proietta verso il futuro.

A proposito di archivi e fruizione, da tempo ho richiamato l’esigenza, richiamata anche da Pinuccio Collu nel suo intervento, di una sistemazione ordinata e definitiva dell’Archivio Storico del Comune di Elmas, così che tutti i cittadini, per fini di studio o per semplice curiosità intellettuale, possano accedervi.

Nell’esprimere un giudizio molto positivo del lavoro fatto dalle Acli e dall’Associazione Khorakhanè, mi chiedo, ma è solo un mio parere personale, se non sia utile che il lavoro, che andrà continuamente aggiornato, non possa trovare una collocazione definitiva nell’ambito del portale della Biblioteca comunale, laddove molti cittadini potrebbero più facilmente donare proprie fotografie o altro. La Biblioteca comunale mi pare il luogo “pubblico” più adatto per la raccolta e l’aggiornamento di tali materiali. 

Tonino Sitzia 

09.07.2022

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1 commento

  1. Grazie Tonino per questo puntuale resoconto della manifestazione Fotografica Elmas. Certamente si è trattato di un evento interessante al quale ci dispiace non aver potuto partecipare. Vorremmo comunque sottolineare che concordiamo con la proposta di Tonino che si identifichi nella Biblioteca comunale il punto di riferimento per l’archivio fotografico.

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