Vento teso e secco,
fluttuano le canne
al suo sospiro,
e noi come loro
al moto della natura.
Vento asciutto
come queste giornate
aride e sospese.
In quest’ora tarda
qui ai bordi della laguna
si torna e ci si abbandona
come in un rito ancestrale
a vaghi e inevasi interrogativi ,
presi da rosso incanto.
Il maestrale increspa le acque
e all’orizzonte
sul filo liquido
sagome fuggenti,
e acquatiche sembianze
si muovono e si ritirano
al riparo tra i giuncheti.
Nel cielo le ordinate file
de sa gent’arrúbia
disegnano le loro rotte
e si seguono le rosee scie
come per trarre auspici.
Poi avanzano le ombre
e le si vorrebbe abbracciare,
ricordi antichi
di infanzie tra file di eucalipti
e bunker e batterie
e bombe inesplose
e la vita che riprendeva
allora,
come oggi
dopo il buio.
Tonino Sitzia
3 dicembre 2020
La laguna di S. Gilla che, qui a Elmas, parlando diciamo anche stagno. Di stagno salato, comunque si tratta. Laguna costiera (vasta: toccando infatti Cagliari e Capoterra, noi qui a Elmas ed Assemini) con canali di collegamento al mare.
Chi ha vissuto l’infanzia frequentando la laguna – affinando i sensi – capita che la percepisca come una sorta di divinità e ne colga il suo lento e largo respiro. Una molle energia. Un luogo rifugio, una mano stesa a proteggere. Luogo di ricchezze ittiche e di lavoro dei pescatori – anche questo si ricorda…
Frequentarla, per quanto ancora sia possibile, e rivolgerle una sorta di muta invocazione può essere di conforto…
Un po’ è anche ciò che questa poesia dedicata alla laguna ci dice…