15 Maggio 2025
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Rappresaglia

A Gaza non c’è una guerra. Non carri armati nemici che si affrontano in campo, ma solo quelli con la bandiera di Israele. Sul cielo di Gaza non c’è battaglia aerea, ma solo aerei con la stella di Davide.
A Gaza è in corso una rappresaglia lunga, in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, condotta dalle forze armate israeliane con bombardamenti da terra e dal cielo. Una rappresaglia contro una popolazione già da molti anni costretta e oppressa in una sorta di area prigione chiamata Striscia di Gaza. Si tratta di una vendetta trasversale: non si riesce a distruggere Hamas, si annienti l’inerme popolazione di Gaza. Cifre ufficiali stimano in circa 50 mila i morti. Dalla conta rimangono assenti i cadaveri rimasti sotto le macerie. Una notevole parte di donne e bambini: certo non soldati di un esercito nemico.
A Gaza non c’è una guerra, ma una rappresaglia che ha distrutto le case, gli ospedali, le scuole e ogni altra struttura civile. E ammazzato un gran numero di giornalisti che tentavano di raccontare questo scempio.
Affermare che ci sia una guerra tende a giustificare il massacro organizzato da Israele: è la guerra, si dice e in guerra la violenza è da entrambe le parti belligeranti. Passa questo messaggio, e si diffonde l’indifferenza. Questa narrazione è sottilmente assolutoria per Israele, per il suo governo, per Netanyahu: c’è guerra, si sa com’è la guerra. Ed è d’una sconcertante e colpevole disonestà la reticenza e il silenzio di capi di Stato, giornali (quasi tutti), emittenti TV euro-atlantici.
A Gaza si muore anche per le ferite non curate, per fame e per malattie. L’esercito ebraico controlla strettamente la Striscia bloccando acqua, cibo, medicinali. Come chiamare questo crimine perseguito con truce determinazione? Una parola, intanto, può essere pronunciata: sterminio. Organismi internazionali, preposti e competenti, si pronunceranno poi circa la parola più estrema e rovente, quella di genocidio.

Nell’illustrazione:
bombe israeliane sulle tende di sfollati a Khan Yunis.

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1 commento

  1. Papa Francesco regala la sua papamobile, trasformata in un presidio sanitario, ai bambini di Gaza e il governo di ultra destra israeliano decide di spostare i palestinesi, occupare tutta la striscia, trasformarla in una riviera turistica e intanto in queste ore bombarda anche l’aeroporto di Sanaa’ nello Yemen. Il 9 maggio l’Europa si appresta a festeggiare la giornata che celebra la pace e l’unità europea mentre il Sole 24 ore dichiara che centinaia di migliaia di palestinesi consuma un solo pasto ogni due o tre giorni e che più di 66000 bambini soffrono di gravi malnutrizioni. Il blocco degli aiuti a Gaza lascia oltre 2 milioni di civili senza acqua, cibo, medicinali e cure. Quando si riesce a operare i bambini, gli interventi vengono eseguiti senza anestesia. Ma cosa deve succedere ancora perché l’Europa si svegli?
    Provo, come essere umano, una grandissima vergogna e il silenzio della comunità internazionale é disgustoso e orribile; in nome della realpolitik, della prudenza e
    dell’indifferenza, l’umanità ha perduto se stessa.

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