15 Marzo 2025
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A margine

Queste che seguono sono solo sensazioni suscitate durante la presentazione del libro “Plumeria di gennaio”. Motivo e ragioni del titolo ben spiegati, anche con accenni poetici, dalla protagonista della storia narrata. Nella locandina di presentazione con pochissime righe di sintesi si fa cenno alla drammatica violenza subita da Simona Deiana.
Ripeto sensazioni soggettive rese a mo’ di baluginii. Non constatazioni oggettive. Si sviluppa un vivo interesse intorno al dialogo con gli autori (Andrea Fanti e Simona Deiana) condotto da Fabrizio Lo Bianco e Angelica Piras. Una prima sensazione è stata: c’è forse un “troppo” di letteratura a fronte d’una vicenda di stupro? Ma poi brava Simona con la sua semplice spontaneità e il suo bel sorriso ironico ad accompagnare con le parole “giuste” i suoi ricordi.
Chi nella vita attraversa un dramma, incontra l’ironia. Rimango più perplesso, invece, nell’insistere sulla malattia psichica della mamma calata a sconvolgere la giovane famiglia di Simona ancora bambina. Ma forse anche necessario nella dinamica, nell’intreccio della narrazione. Crinale delicato e non facile da tenere nella misura, nella sobrietà.
Nel dialogo che si è intrecciato tra i convenuti (numerosi e attenti) e i presentatori mi è parso di cogliere, semplificando, un diffuso sociologismo d’anime belle. Un pubblico unanime e tutto buoni sentimenti. Nessun riflesso drammatico.
Mentre la mattanza di donne vittime di femminicidio imperversa e non si attenua, si sente anche dire che c’è un di più di rabbia nelle femministe. Di astio e chiusura eccessivi verso gli uomini. Ma qui puntuale la considerazione di Fabrizio che, invece, auspica una più decisa avversione delle ragazze, dato un atteggiamento maschilista diffuso tra i ragazzi suoi alunni.
Se Gramsci diceva: “odio gli indifferenti”, oggi si potrà ben dire: ”odio gli stupratori”. E più in generale: “odio gli oppressori arroganti e spietati”? E così incanalare questa collera e farla diventare movimento, agire politico di cambiamento.
I grandi ricchi, un’elite ristretta, detentori del potere non hanno bisogno di odiare. Sereni e magnanimi ogni tanto si degnano di qualche elargizione. Predicano la non violenza e una cristiana rassegnazione. Infine c’è sempre la Speranza, questa vecchia decrepita e immortale.

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