19 Marzo 2024
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Addio a Giulio Angioni, socio onorario e amico di Equilibri

È scomparso oggi a Cagliari l’antropologo Giulio Angioni. Come autore di numerosi saggi e romanzi era stato spesso ospite di Equilibri, ma era soprattutto uno dei nostri più partecipi soci onorari. Sempre vicino al circolo dei lettori di Elmas con i suoi libri e il suo pensiero, Giulio Angioni ci ha incoraggiato fin dall’inizio dell’attività. Come segno della sua amicizia ci ha fatto espressamente dono di una bellissima poesia, Obìa andai a Frùmini. Ma il suo più grande regalo per noi è forse il suo ultimo romanzo, Sulla faccia della terra, pubblicato nel 2015 da Feltrinelli-Maestrale. Elmas, la laguna, le radici dei saperi della nostra comunità legati alla pesca nello stagno, vivranno per sempre in una bellissima e poetica storia d’amore e umanità. Grazie Giulio, che la terra ti sia lieve.

Giulio Angioni nasce a Guasila, piccolo comune della Trexenta. Dal 1981 insegna antropologia culturale all’Università di Cagliari. Allievo e poi collaboratore di Ernesto De Martino e Alberto Mario Cirese, che riconosce come suoi maestri. Alla sua attività di saggistica (ricordiamo le opere più significative: Sa laurera Il lavoro contadino in Sardegna, Rapporti di produzione e cultura subalterna, I pascoli erranti, Il sapere della mano, Fare dire sentire…), si accompagna un serio impegno di narratore. Giulio Angioni esordisce, infatti, nel 1978 come scrittore con A fogu aintru. Sono da ricordare, qui di seguito, senza un  preciso ordine cronologico: L’oro di Fraus, Le fiamme di Toledo, Assandira, Millant’anni, Il sale sulla ferita, Sulla faccia della terra, solo per citarne alcuni. Scrive in versi Tempus, in sardo campidanese, con traduzione in italiano nella seconda parte del libretto edito dalla Cuec. ‘Canta’ l’epica d’una comunità alle prese con l’inesorabile volgere del tempo. Recentissimo, del 2012, Il dito alzato edito da Sellerio: raccolta di interventi apparsi in genere su quotidiani dove l’autore segue un ragionare sempre pacato, mai scontato o superficiale e fuori da ogni moda, da ogni facile schema. “Giulio Angioni dice la sua su cose piccole, grandi e grandissime del mondo e della vita”. Facendo incontrare la Sardegna, l’Italia, il mondo. Essere d’una terra, sentirne l’humus (la nostra Sardegna, oggetto in rivolta), osservarla da studioso, ma anche narrarla, più leggeri, incontrando qualche sua leggenda, consente di allungare lo sguardo di là dal mare sul mondo più vasto e inquieto.

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